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Si può sentire l’impatto di COVID-19 in tutto il mondo. Ogni giorno, le persone stanno morendo. Ogni giorno, i dottori e le infermiere stanno mettendo le loro vite in pericolo per aiutare i malati di sopravvivere. La vita quotidiana di oggi è incomprensibile per una persona di sei mesi fa. L’Italia è un paese in cui questa differenza si può vedere davvero. Mentre scrivo, ci sono stati più di 156,000 casi di coronavirus in Italia e più di 20,000 persone hanno perso la vita. Quotidianamente, ogni dottore, ogni infermiera ed anche ogni politico deve fare delle scelte impossibili — scelte che potrebbero diventare la causa della morte di tantissime persone. Chi si sceglie di salvare dalla morte, e chi no? Ci sarà mai una scelta davvero giusta?

La vita sembra davvero un universo della distopia. La gente si sta accumulando la carta igienica. La gente si sta accumulando anche la pasta, la carne congelata, i fagioli in scatola. Le fosse comuni sono state scavate in alcuni paesi, perché non c’è più spazio negli obitori. Tante persone hanno perso il posto di lavoro. Non posso parlare per tutta la gente di questo mondo, ma ho paura. Ho paura di che cosa succederà domani, di che cosa leggerò nei giornali, della possibilità che forse mi arriverà una telefonata in cui scoprirò che qualcuno della mia famiglia è morto. Ho paura anche perché mi sento come se ho perso il controllo della mia vita. A causa del fatto che ogni giorno arrivano così tante nuove informazioni e regole nuove, questa pandemia mi ha fatto apprezzare il mondo che ho dato per scontato, soprattutto le cose piccole — per esempio, prendere un caffè al bar, andare ad una festa, ed anche sol- amente il potere di studiare in biblioteca. Però, questo non è un momento da perder- si nel panico e l’ansia. In qualche modo, la vita — con tutte le sue difficoltà — continua sempre.

Nel mondo di oggi, dobbiamo per forza mantenere il contatto (virtuale) con i nostri amici e parenti. Condividendo le nostre esperienze, e facendo il nostro meglio di comunicare, potrà aiutare noi tutti a sentirci un po’ meno soli, un po’ meno indifesi. Per tutto quanto che possa sembrare sdolcinato, dobbiamo contare gli uni sugli altri durante questi tempi, e ricordare che stiamo vivendo questa cosa tutti insieme. Nello spirito di questo, una studentessa Italiana ha dato il suo punto di vista riguarda il COVID-19, e l’impatto sulla sua vita:

“Sono Arianna, una studentessa universitaria di 19 anni e vivo nel nord Italia, ad ora una delle zone più colpite dal COVID-19 . Tutta questa situazione per la maggior parte di noi è stata una cosa improvvisa che nessuno si sarebbe immaginato arrivasse a questo punto. Arrivato il virus tutto è cambiato in maniera molto rapida ma con gravi conseguenza economiche e sanitarie, soprattutto per gli ospedali. Dopo aver dichiarato la quarantena non ci è stato possibile uscire di casa se non per esigenze lavorative, alimentari o sanitarie (farmacia). Parlando da studentessa non ci sono stati gravi problemi riguardo alle lezione perché fortunatamente sin da subito le università si sono attrezzate per poterci far seguire le lezioni online. Vivendo in una piccola cittadina non ci sono state grandi complicazioni, i supermercati fortunatamente non sono stati assaltati e abbiamo tutto il necessario per vivere, non posso dire lo stesso per le città più grandi. Personalmente sono abbastanza preoccupata per la situazione, soprattutto per tutte le persone più anziane ma so che la nostra sanità è molto buona e riuscirà a superare anche questa situazione.” — Arianna Bonelli (L’Università di Verona)

Questa pandemia ha unito la gente in tutto il mondo come nessun’altra cosa. Abbiamo tutti le stesse esperienze, e tutte le nostre vite sono state completamente cambiate. Per la salute e la sicurezza di tutti noi, dobbiamo stare attenti e fare la nostra parte, e soprattutto dobbiamo rispettare le regole attuali per quanto riguarda il distanziamento sociale. Forse ora non si riesce a capire l’impatto delle proprie azioni, ma ogni cosa che si fa conta davvero tantissimo. Durante i giorni come questi, è molto facile pensare che non si può fare niente per aiutare. Ma c’è una cosa che possiamo fare: restare a casa.

 

The impact of COVID-19 has been felt around the world. Every day, people are dying. Every day, doctors and nurses are putting their lives on the line in an effort to help the ill survive. The realities of today would be incomprehensible for a person six months ago. A country where this is hauntingly evident is Italy. As I write this, there have been over 156,000 cases of COVID-19 in Italy and over 20,000 deaths. On a daily basis, every doctor, every nurse, and every politician are making impossible decisions — decisions that could potentially cause the death of thousands of people. How does one decide who to save? Is there ever a right choice?

Life really does seem to feel like a dystopian universe. People are hoarding toilet paper. They are stockpiling pasta, frozen meat and canned beans. Mass graves are being dug in some countries, as morgues are at capacity. People are losing their jobs, en masse. I can’t speak for everybody in this world, but I’m scared. I’m scared for what tomorrow will bring, of what I’ll hear on the news, of getting the dreaded phone-call that someone in my family has died. I’m also scared because it feels like I’ve lost control over my own life. Being inundated with new information and new restrictions every day, this pandemic has caused me to appreciate the world that I took for granted, especially the little things — like going out for a coffee or to a party or just studying in the library. However, we must not give in to feelings of panic and anxiety. After all, life, with all its difficulties, always continues somehow.

Right now, it is more important than ever to keep in (virtual) contact with our friends and family around the world. Sharing our experiences, and doing our best to keep communicating, has the potential to help all of us to feel a little less alone, a little less helpless. As cheesy as it sounds, we are all in this together. In the spirit of this, an Italian university student gave a statement on COVID-19, and its effect on her life:

“I’m Arianna, a 19 year-old university student from the north of Italy, currently one of the zones that’s been hit the hardest by COVID-19. For the most part, this entire situation was a sudden thing that nobody could’ve imagined would get to this point. As a result of the virus, everything has changed in a rapid fashion and with dire economic and health consequences, especially within hospitals. After the declaration of the quarantine, it was not possible for us to leave the house except for work, to buy food, or for medical/health needs. Speaking as a student, there have not been major problems regarding classes as fortunately the universities were equipped and ready for us to use online classes. Living in a small town there have not been major issues, the supermarkets are fortunately still operating and we have everything we need to live, but I can’t say the same for the larger cities. Personally, I am quite worried about the situation, especially for all the elderly people in our population, but I know that our health services are very good and will be able to survive even this situation.” — Arianna Bonelli (University of Verona)

This pandemic has united people all over the world like nothing else. We are all experiencing similar things, and our lives have changed completely. For the sake of the health and safety of everyone, we must all do our part and uphold the current social distancing regulations. It might not feel like you’re making an impact, but every choice you make counts. In times like these, it’s easy to feel helpless. But there’s one thing that we can do to help: stay home.

We acknowledge the Ngunnawal and Ngambri people, who are the Traditional Custodians of the land on which Woroni, Woroni Radio and Woroni TV are created, edited, published, printed and distributed. We pay our respects to Elders past and present. We acknowledge that the name Woroni was taken from the Wadi Wadi Nation without permission, and we are striving to do better for future reconciliation.